Se sei qui è probabile tu voglia mettere ordine tra i dati di prodotto della tua azienda.
Non è così? Mmh, allora potresti essere tante cose; un cliente, un partner o, perché no, un concorrente.
In ogni caso, resta: ci fa piacere saperti su queste righe.
I dati di prodotto, dicevamo.
Di PIM ed eCommerce se ne parla tanto, da tempo.
Anche noi abbiamo scritto un approfondimento sulla delivery dei tool di Product Information Management.
Ci sono almeno tre cose, però, che i vendor di PIM software spesso dimenticano di citare.
Spesso, nel web, si narra il PIM come la panacea delle questioni legate ai dati di prodotto.
Nulla di sbagliato, per carità, ma si tratta di una visione parziale, limitante ed un filo egoistica.
Questo approccio, infatti, mette al centro i bisogni dell’azienda invece che quelli della sua ragione di esistere.
I suoi clienti.
Il salto che vogliamo fare in queste righe è quello dal primo al secondo scenario rappresentato nello schema.
In alto, si parte dal problema di gestire i dati e si risponde con un PIM per pubblicare sull’e-commerce e arrivare al cliente.
In basso, invece, si parte dal cliente (e dalla sua esperienza, la CX) considerando che spazia tra tanti canali (eCommerce, marketplace, portali, cataloghi) per fruire di una scheda prodotto costituita anche dai dati di prodotto.
Questo cambio di prospettiva ci aiuta a riflettere su tre aspetti spesso sottovalutati da chi compra e vende un PIM.
Il viaggio che compie ogni singolo cliente prima di diventare tale è lungo e intricato. Pure unico.
C’è un solo elemento ad accomunare il percorso di tutti i clienti: la multicanalità.
Ti è mai successo di accarezzare in uno store la confezione di un prodotto illuminato da schermi promozionali luminosi mentre cerchi informazioni su siti e confronti il prezzo su e-commerce e marketplace? Ai tuoi clienti sì.
Un PIM per pubblicare sull’eCommerce è una buona soluzione.
Un PIM per pubblicare sull’eCommerce e su tutti i touchpoint in cui la tua azienda è presente è un’ottima soluzione.
Considera il tool di Product Information Management il mezzo per governare le informazioni di prodotto su quanti più canali possibili perché i clienti della tua azienda sono ovunque.
Anche sull’eCommerce. Anche, ma non solo.
Il nome di un prodotto permette di identificarlo, la descrizione di comprenderlo, il prezzo di valutarne l’acquisto.
Spesso però sono foto, video e schede tecniche a fare la differenza.
Un contenuto multimediale, infatti, ha un impatto determinante nel raccontare, posizionare ed emozionare un prodotto.
Nell’e-commerce, così come tra le pagine di un catalogo, un marketplace, un portale o un sito web, le anime che plasmano l’esperienza d’acquisto sono sempre due: le informazioni di prodotto e gli asset digitali, come foto, video e documenti.
Un PIM nasce per gestire le informazioni di prodotto. La maggior parte dei vendor offre tool che si limitano a fare questo.
Per adottare una visione orientata al cliente, quindi, potrebbe servirti anche un tool di Digital Asset Management.
Oppure una piattaforma unica.
Le app e i software nelle organizzazioni sono sempre di più. Di riflesso, aumenta anche il volume di informazioni in circolo.
Un tool di Product Information Management ha il compito di centralizzare informazioni di prodotto che spesso sono sparse in tanti strumenti diversi come l’ERP, il PLM e fogli di lavoro.
In un PIM, inoltre, convogliano anche dati creati ad hoc da team diversi, come descrizioni marketing o tecniche.
La soluzione per gestire i dati di prodotto deve quindi essere inserita all’interno di un ecosistema digitale. Il PIM, in altre parole, va reso accessibile all’intera azienda e deve dialogare con l’intero stack IT, senza sforzi manuali né frizioni.
Adottare un PIM per l’eCommerce, quindi, non è sbagliato ma è una scelta da fare ricordando che:
Riassumiamo in una parola queste riflessioni? DXP.
L’acronimo, che sta per Digital Experience Platform, indica un approccio che fonde business e tecnologia con l’obiettivo di garantire a ogni cliente un’esperienza dalla massima qualità possibile.
Occhio: il termine piattaforma non è inteso nella sua concezione classica, bensì come ecosistema di applicativi – meglio se pochi e ben integrati – che dialogano alla perfezione tra loro, con ricadute positive per tutti: team interni, partner e clienti.
Quella di porre l’accento su persone e tecnologie non è certo un’abitudine che ci siamo inventati noi di THRON.
Il cambiamento, infatti, quasi sempre è trainato da nuovi strumenti e persone entusiaste di utilizzarli.
Il successo e la sostenibilità di una transizione digitale passano da lì anche per quanto riguarda il patrimonio informativo.
Perché ciò sia possibile, occorre che dati e asset digitali circolino liberamente e senza duplicazioni, siano accessibili al volo da chi ne ha bisogno e vengano distribuiti alle massime performance su ogni touchpoint di comunicazione.
Questo sì, a dire il vero, che è frutto della nostra visione.
Visione che nel tempo abbiamo consolidato e concretizzato in THRON PLATFORM: la piattaforma unica per governare gli asset digitali e i dati di prodotto. Su questo, non aggiungiamo altro. Ne abbiamo già parlato un po’ ovunque in questo sito.
