Lo scorso 25 luglio siamo andati live con l’evento “Beauty Brand: il trucco per tagliare i costi IT e agire all’istante su ogni touchpoint“.
Nel corso del webinar Pierpaolo Bironi, Head of E-Commerce di Pettenon Cosmetics, ha raccontato il percorso di digitalizzazione del Gruppo (trovi il caso di studio qui).
THRON Brand Portal per Pettenon Cosmetics
Oltre alla sua preziosa testimonianza, l’incontro è stato per noi l’occasione per razionalizzare le informazioni raccolte dagli esperti del settore e dai nostri clienti della cosmetica.
In questo articolo le vediamo insieme, con uno scorcio sui principali dati e le sfide digitali di maggiore rilievo in vista del 2025.
Decisamente bene.
L’associazione nazionale imprese cosmetiche stima che a fine 2024 il settore supererà i 16,6 miliardi di euro, sfiorando un +10% rispetto al 2023, che a sua volta aveva segnato un +13%.
Il fatturato delle aziende italiane di cosmetica sale. Fonte: I numeri della cosmetica, Cosmetica Italia, 2024.
Un mercato in cui l’export gioca un ruolo determinante, pesando per quasi il 50% del fatturato totale delle imprese nostrane. Tra i paesi più affezionati al beauty italiano troviamo USA, Francia, Germania ma anche UK, Polonia, Emirati e Cina.
A trainare la crescita, in particolare, i prodotti naturali, green e biologici che nell’ultima rilevazione (2023) hanno segnato un +32% rispetto all’anno precedente.
In valori assoluti, è la GDO il canale in cui si acquistano di più i prodotti di cosmesi e cura della persona; nel 2023, il mass market ha generato da solo oltre il quaranta percento sul totale del fatturato di settore.
In termini relativi, però, a crescere di più sono altri canali; fisici, come profumerie ed erboristerie – cresciute rispettivamente del 14,2% e del 12% – ma anche online. Gli e-commerce, infatti, hanno segnato un +12,5% e, stando alle proiezioni, a fine anno segneranno un nuovo incremento in doppia cifra (+10,1%).
L’e-commerce è tra i touchpoint beauty cresciuti di più nel 2023. Fonte: I numeri della cosmetica, Cosmetica Italia, 2024.
Per il futuro più prossimo, quindi, occhi puntati sulla relazione con i partner B2B e le prestazioni degli shop online. Ed è anche con queste consapevolezze che ci affacciamo ora alle sfide dei beauty brand per il 2025.
Negli ultimi mesi, ci siamo confrontati con alcuni dei principali produttori di cosmetica che hanno scelto THRON PLATFORM per analizzare con loro e rispondere alle sfide poste dal mercato nel presente e nell’immediato futuro e superabili grazie a un approccio strutturato di Digital Asset Management e Product Information Management.
Ecco le principali.
La proliferazione di contenuti e canali di comunicazione degli ultimi anni ha portato a una progressiva frammentazione della conoscenza perché la maggior parte delle aziende, travolta dall’onda digitale, non era pronta a gestire il patrimonio informativo dell’azienda destinato alla rete vendita dei brand, ai partner B2B e ai clienti B2C.
Motivo per cui l’agilità di attività quali ricerca, aggiornamento, approvazione, pubblicazione di asset digitali e informazioni di prodotto non è più un’opzione.
Gli scatti still life di una confezione e il videoclip emozionale di una campagna non sono gli unici elementi fondamentali per comunicare e promuovere un assortimento beauty.
Anche i dati e le informazioni di un articolo sono essenziali. In primis, per guidare la scelta dell’utente. In seconda battuta, per questioni legali.
Un esempio per tutti è l’INCI, acronimo che sta per International Nomenclature of Cosmetic Ingredients, che consiste nell’obbligo di riportare sulla confezione del prodotto l’elenco degli ingredienti in esso contenuti.
Le aziende del beauty offrono al mercato un ampio ventaglio di prodotti, le cui informazioni – non solo relative alle composizioni chimiche ma anche a certificazioni e copyright – devono convergere in uno spazio sicuro, accessibile e in costante dialogo con le mete di business aziendali, per evitare disallineamenti che potrebbero arrecare danni legali.
Spesso e volentieri le aziende del settore sono veri e propri Gruppi che, sfruttando le economie di scala, aggrediscono fasce di mercato con prodotti e brand differenti.
Uno scenario in cui la frammentazione di contenuti multimediali e dati cruciali per il business trova terreno fertile, alimentata da team che lavorano con logiche e dinamiche differenti all’interno di repository diversi per struttura e tassonomia.
Contesti nei quali la tempestività diventa utopia, così come la visione di insieme, rischiando di mettere a repentaglio l’avvio puntuale di campagne o il lancio di nuovi prodotti e, in definitiva, la redditività di tali iniziative.
Quello degli influencer è un mondo in fermentazione negli ultimi mesi.
Nonostante sia ragionevole ritenerlo soggetto ad evoluzioni consistenti – forse sempre più sbilanciato verso le micro-community – è altrettanto improbabile che il ruolo di Brand Ambassador e affini cessi di esistere.
Figure come testimonial, a prescindere dal numero dei follower, necessitano di un accesso immediato e in tempo reale a informazioni e contenuti aggiornati, siano essi di brand o di prodotto.
Una questione che con la crescente affermazione di micro e mid-tier influencer sarà sempre più centrale, e si tradurrà nella necessità di condividere in modo tempestivo informazioni e asset specifici a seconda del segmento di audience a cui tali figure si rivolgono.
Strettamente connesse ai due punti precedenti, le strategie multitarget sono il minimo comune denominatore delle aziende di cosmetica e amplificano il volume di complessità da gestire in termini di contenuti multimediali e dati di prodotto.
In estrema sintesi, basta pensare alle differenze abissali tra gli interlocutori dei mercati B2C e B2B.
A seconda che il posizionamento si concretizzi su siti web, e-commerce o punti vendita monomarca – nel primo caso – oppure con distributori come erboristerie, farmacie e GDO, la governance del patrimonio informativo è cruciale. Solo con essa è possibile distribuire a ciascun interlocutore e touchpoint l’immagine, il video, il template, il video perfetti in termini di versione, formato, qualità e di qualsiasi altro attributo.
Chiudiamo questo set di sfide per il 2025 per il mondo della cosmesi permettendoci di evolvere uno degli enunciati più famosi del marketing. Correva l’anno millenovecentonovantasei quando Bill Gates definiva “Re” il contenuto.
A distanza di quasi tre decenni è ancora così, a patto che il contenuto sia anche performante.
Fenomeni come la guerra dell’attenzione, le crescenti aspettative in termini di esperienze utente degli utenti così come l’esigenza di rispondere a eventi stagionali di breve durata ad elevata intensità (come saldi, Black Friday, e così via) hanno reso evidente che il contenuto non basta più se non è anche tempestivo e fruibile alle massime prestazioni.
Anche in questo caso la governance di asset digitali e informazioni di prodotto – completata dalla distribuzione dei contenuti e dalla loro ottimizzazione dinamica spinta dall’AI, permettono ai brand di beauty e cosmetica performance web (e phygital) superbe e istantanee, a prescindere dal momento e dal carico di lavoro dei team.
Se hai letto sin qui potrebbe farti piacere andare oltre.
A partire dalla testimonianza raccolta nel corso del nostro webinar abbiamo realizzato una clip riassuntiva e sintetizzato i principali KPI del progetto di digitalizzazione dello stack MarTech di Pettenon Cosmetics.
Fossimo in te non ce lo perderemmo 😉